
Non so se riusciremo a restituire, a livello locale e a livello nazionale, con il tempo serenità al dibattito.
Per quel che mi riguarda ho cercato di farlo con il poco che avevo, mettendo cioè a disposizione il mio mandato. E ho pensato, peccando d'ingenuità, che di fronte alla catastrofe, tutti avessimo la percezione che non era il momento per discussioni sotterranee e opportuniste, che bisognasse aver cura di questo partito (che per quanto malconcio è l'unico che abbiamo, e non c'è praticamente niente fuori, almeno nella politica). Ho sperato fino all'ultimo che dentro quella discussione, per la verità molto intensa, sgorgasse naturalmente una corale presa d'atto di insufficienza politica, complessiva, di inefficienza perfino nel gestire i quotidiani rapporti sociali e politici, di incapacità di andare oltre la propria autoreferenzialità per sentire davvero i problemi che da fuori bussavano con forza. (leggi l'intero articolo)