
Le prime iniziative di Ferrero rappresentano nella forma oltre che nei contenuti altrettanti segnali politici forti: il PRC punta a riconquistare una sintonia diretta con i lavoratori dal punto di vista sociale e si presenta, dal punto di vista politico, come un partito autonomo e indipendente e non una succursale del PD, e, come già un tempo con Bertinotti, torna a rappresentarsi da se, parlando in prima persona e a testa alta con avversari e alleati, senza affidarsi alle interessate ambascerie degli ex margheritini e degli ex diessini. “Finalmente non ci sarà più la possibilità di dipingerci come accattoni che una volta pendono dalle labbra di Veltroni e un altra da quelle di D'Alema” - ha dichiarato un iscritto campano che ha aggiunto “per fortuna il congresso ha determinato le condizioni affinché questa immagine penosa fosse superata, nonostante il tentativo di una parte del PD di condizionarci dall'interno con il fine di cancellare la nostra presenza, accelerando il processo di americanizzazione”
Se fossimo narcisisti ed egocentrici potremmo dire che il tentativo di cambiare la legge elettorale europea a meno di un anno dalla data delle elezioni è – per certi versi - in continuità con la campagna stampa dei giornali di destra e di quelli di area PD uniti contro la “svolta a sinistra” di Rifondazione e contro la segreteria di Paolo Ferrero. In realtà il tentativo in Italia come in Europa è di emarginare tutte le culture critiche ed incompatibili con l'europa delle banche e delle cannoniere. (continua la lettura con un estratto dell'articolo di Liberazione di Romina Velchi del 3 agosto 2008)