sabato 28 febbraio 2009

Ciao, Pasquale

Oggi siamo più soli. Noi tutti siamo più soli. Io sono più solo. Te ne sei andato come al solito in punta di piedi, quasi con il timore di creare problemi. Ho solo da rimproverarti che lo hai fatto in un momento difficile, in cui avevo e avevamo bisogno del tuo rigore morale, della tua nettezza, della tua forza. Sei stato per me più di un compagno, più di un amico. Quasi un padre: ed anche quando non eravamo d'accordo ho sempre avuto timore di contraddirti, ho sempre tenuto in grande considerazione quello che sostenevi. Non starò qui a raccontare le cento battaglie che abbiamo fatto insieme, tu che venivi dal PCI ed io dagli "extraparlamentari" e dall'autonomia operaia, tu che ti commuovevi insieme a Cacianiello quando il coro dell'armata rossa cantava l'Internazionale e io che invece ascoltavo Claudio Lolli e mi sentivo sempre in crisi. Non ci riuscirei a tuffarmi nei ricordi: non voglio perché sarebbe ancora più doloroso, aprirebbe le ferite di una vita passata a sperare in e a lottare per un mondo nuovo e costretta come piedi in scarpe strette in questo mondo. Nè mi va di usare frasi fatte o uscirmene dicendo che vivrai per sempre nei nostri cuori e nelle nostre idee. Voglio solo salutarti con un abbraccio forte, come avrei fatto incrociando per strada il tuo passo rapido e la tua figura apparentemente esile ma forte e tenace. Stasera a Gioia Sannitica ci sarà l'iniziativa per il tesseramento del tuo partito. La prima tessera la faremo a te e Lunedì te la consegnerò personalmente Ti voglio bene. Ciao
Giosué Bove