E’ centrale unificare le lotte. Tanto più quando si tratta di battaglie che si intrecciano perché parlano la stessa lingua fatta di parole come democrazia, diritti e lotta al neoliberismo. Per questi motivi è importantissima la lettera che il segretario della Fiom, Maurizio Landini, ha inviato il 14 settembre alla segreteria della campagna referendaria per l’Acqua pubblica per invitare il mondo dell’acqua a partecipare da protagonista alla manifestazione dei metalmeccanici del 16 ottobre. Come Landini, anche il Prc, pensa che l’attacco al mondo del lavoro, la politica di tagli perpetrata dal governo ai danni dei lavoratori, le misure antipopolari portate avanti con feroce determinazioni dall’esecutivo Berlusconi e la privatizzazione dell’acqua che favorisce le speculazioni e le multinazionali siano temi tra loro strettamente connessi, due aspetti della stessa politica fatta di profitti per pochi (i più ricchi, i più potenti) e di sacrifici per molti. Una politica frutto di una stessa misera visione della società che mette al centro di tutto il culto del profitto e la primazia, senza se e senza ma, dell’impresa.
Il sistema neoliberalista in crisi vuol far pagare tutto alle lavoratrici, ai lavoratori e alle fasce più deboli della popolazione. I governi europei, con la scusa del debito pubblico, addebitato alla spesa pubblica, in particolare quella sociale, pensano a dare colpi di accetta alle retribuzioni, ai servizi, all’istruzione, alla cultura, alla sanità, a privatizzare a tutto spiano e a relegare in un angolo i lavoratori, visti solo come strumenti da spremere in funzione del profitto, attrezzi da usare e poi gettare in un angolo e privati di ogni diritto. La causa di questo sconquasso nei conti è un’altra e risiede nell’enorme ammontare di risorse utilizzata per il salvataggio del sistema finanziario, che torna anche in Italia a distribuire lauti dividendi e retribuzioni stratosferiche ai propri dirigenti; nella corsa alle privatizzazioni e alla centralità del mercato; nella crescente spesa militare e per le missioni all’estero. Il governo, la Fiat e Confindustria, ne approfittano per regolare i conti con il mondo del lavoro. Riteniamo che la risposta, che sia la Fiom che il movimento per l’acqua stanno dando a questi attacchi, ciascuno nei propri ambiti, sia una risposta forte per un’uscita a sinistra dalla crisi e dal neoliberismo. Fermare la privatizzazione dell’acqua, aprire la strada della ripubblicizzazione, eliminare i profitti sul bene comune acqua: i tre quesiti vanno nella direzione di un’uscita dal neoliberismo. Tutto questo significa lottare per una maggiore democrazia e anche per i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, come fa ogni giorno la Fiom. Significa lottare per un modello diverso di società. Si tratta ora di riallacciare questi nessi e far sì che queste lotte camminino di pari passo. L’invito del segretario della Fiom, rivolto ai movimenti per l’acqua, di far diventare la manifestazione del 16 ottobre anche come uno spazio per l’espressione della lotta contro la privatizzazione dell’acqua e dei beni comuni e per una loro diversa gestione pubblica e partecipativa, va in questa direzione. Gli obiettivi della manifestazione fatta per impedire che la crisi possa essere utilizzata per cancellare i diritti, la democrazia e la dignità del lavoro sono gli stessi del movimento per l’acqua e di chi si oppone alla privatizzazione dei beni comuni. Perché anche il lavoro, come l’acqua, è un bene comune.